martedì 22 luglio 2008

Ho scritto al maestro....


Le 11 juil. 08 à 15:17, monica dolci a écrit :

Ciao Urs,
sono Monica da Bergamo.Spero tu stia bene.Volevo dirti che, oltre che a commuovere Martine, la tua presenza durante la serata del festival, ha lusingato e fatto felice tutte le molecole. Io ne vorrei approfittare ulteriormente....;-)
Chiaramente siamo stati tutti soddisfatti di avercela fatta ad arrivare alla prima di questo progetto però, a botta fredda,mi rendo conto che (a noi Molecole) manca qualche stimolo per riflettere, fare un po' di autocritica rispetto al nostro tipo di danza e all'inserimento di essa in un contesto così strutturato e performantivo, trovare stimoli e spunti per migliorare restando però fedeli alla contact improvvisation.A questo proposito volevo chiederti se e quando vuoi, di raccontarci, magari sul blog ( c'è un articolo di presentazione di Casagrande
www.lemolecole.blogspot.com) le tue impressioni come spettatore, come contact dancer e come nostro maestro senza censure.Ti ringrazio se ti verrà la voglia di farlo e se non ti viene non importa perchè ho avuto l'occasione di ringraziarti di essere venuto e di augurarti una Buona Estate, che ci riscaldi, che ci sciolga e che ci permetta di riposare un po'.
A presto,ti abbraccio
monica

Ciao Monica
Sorry, non ho trovato il momento justo per risponderti. Provo di farlo adesso:
Il tuo messago mi ha fato un grande piagere, ma è arrivato poco tempo primo della mia partenzza per due grande stage in Francia. Adesso sono ritornato a casa (per tre giorni...).
Ti scrivo così, senza utilizare il blog. È più facile per me. Ma si voi, poi mettere questo messago sul blog o parlare delle robe che ti scrivo congli altri
Avevo deciso di venire per questo spectacolo tanto tempo fa (tre mesi al meno). Doppo vi ho visto alla serata di Rho e sono stato impressionato da voi (e non sono il solo!) per la qualità della vostra danza (lo sguardo tra voi, l'ascolta, le decisioni presi al momento... Tante qualità molto importante per l'improvisazzione.
Ho trovato queste qualità anche a Bergamo con alte cose di più. Le vostre sequenze del spectacolo mi sembrano molto justo (lungezza, intensità, tippo della danza). per me sono stato gli momenti gli più belli del spectacolo. Ma in questo punto non sono 100% ogetivo.
In un senso ho visto fatto in questo spectacolo cose che vilevo fare io in un futuro spectacolo a Bergamo (tipo "danza del popolo, danza con bambini). Quest robe mi sembrano in un certo modo le consequenze del lavoro che abbiamo fatto in tutti questi anni. Per me la "mia danza" a Bergamo a trovata la "sua vita independente". Non ho bisogno di sapere se l'idea per tutto quest è venuto de voi o da Martine...
La sola critica importante che posso fare: il pantalone di Christian non era justo per il suo colore! (Ma questo è ultimamente un errore di Martine per non averlo visto...).
Secundo me il lavoro da fare adesso non e essatamente un lavoro di danza, ma un lavoro di communità. Per me la distanza tra molecole e gli altri danzatori è pericolosa. mi sembra importante di trovare un modo per fare un spectacolo INSIEME. Voi siete più forti e per consequenza è in un certo modo il vostro lavora di andare cercare gli altri. Ma ancora una volta: devo dire che questo è primo di tutto il lavoro del choreografo (o della choreografa?) ma voi potete darla un grande aiuto.
Questo sono le cose che posso dire in rispetto di questo spectacolo. per altri spectacoli le cose da dire sono forse diversi. In ogni caso ho voglio di vedervi ancora e anche fare una roba tipo spectacolo con la vostra partizipazione.
Spero che hai caoito un po questo che voilo dire in questa mail. Il mio italiano è sempre un po povero.
Un bel estate a voi tutti
Un abbraccio
Urs

lunedì 21 luglio 2008

Sapete perche' Dubai fa schifo?

Oltre al fatto che ci sono 45 gradi e una umidità orènda, che il traffico è bestiale, che il mare è caldo e che si paga per andare in spiaggia dove non si riesce a stare dal caldo?

percheè nessuno fa ne farà mai contact!
meno male che sono in aeroport e sto tornando a casa!

ciao

Andre

venerdì 11 luglio 2008

Nuovi amici

Visto che sul blog spesso me la canto e me la suono mi sono trovata nuovi amici... chissà se loro collaboreranno un po' di più...
Ve li presento.....
http://www.youtube.com/watch?v=MRkPqxTnMls

domenica 6 luglio 2008

1° Luglio 2008 - Bergamo Danza Estate CASAGRANDE di Martine Bucci e la sua Compagnia

Circa un anno fa la nostra Martine annuncia a LeMolecole che ha deciso di mettere in scena un nuovo suo spettacolo, una cosa seria, importante, di cui sarà ideatrice, regista, coreografa a più mani e ballerina. Progetto poliedrico che coinvolgerà in primis alcuni danzatori professionisti di danza contemporanea poi video maker, tecnici, scenografi etc etc……..e …..se c’è qualcuno che se la sente. ………LeMolecole
Non è la solita performance in cui LeMolecole scelgono la musica, fanno un sopralluogo provano un paio di volte x dare forma all’intervento e vai di adattamento e improvvisazione, stavolta a LeMolecole si chiedono due interventi dove certo è che devono fare il loro mestiere cioè improvvisare, ma su di un palco e all’interno di uno spettacolo costruito in ogni piccolo dettaglio, con tempi, incastri, temi da rispettare.
Alcuni hanno subito accettato, altri si sono aggiunti, qualcuno è fuggito spaventato dai paletti ma alla fine siamo arrivati alla prima.
LeMolecole hanno investito energia e cuore nella loro partecipazione, sia chi è salito sul palco sia chi è rimasto a guardare.
LeMolecole hanno fatto i facchini, i falegnami, i tecnici, hanno collaborato alle musiche, hanno coinvolto le famiglie e hanno soprattutto BALLATO LA CONTACT IMPROVISATION: la più vera abbattendo man mano i paletti che sembravano necessari alla costruzione degli interventi per permettere il fluire anche sul palco, in ogni gesto, della verità, della sensibilità e dello spirito che sono la prerogativa della nostra danza anche in un contesto così strutturato.

Il prodotto raggiunto ci riempie di orgoglio per aver avuto l’occasione di collaborare con veri professionisti della danza, per il nostro lavoro e per aver avuto la possibilità di inserire la contact improvvisation in un nuovo ambito e di portarla dignitosamente su di un palco importante.


Desidero personalmente ringraziare per la disponibilità e la pazienza le nostre famiglie e il resto del Gruppo LeMolecole, quelle che non sono salite sul palco, che ci hanno aiutato e sostenuto in sala e altrove, rinunciando spesso a serate più varie e più leggere per sostenerci nel cercare insieme a noi la maniera giusta per affrontare questo progetto.
monica



CASAGRANDE



Il progetto nasce da un'idea di Martine Bucci ispirata dalle opere pittoriche di Robert Indermaur. Opere urbane, grigie, platiche e teatrali che mostrano le quinte del caotico scorrere della vita umana nei difficili giorni del nostro tempo

Casermoni di periferia, alveari di cemento. Cubi sottovuoto, uno sopra l’altro, uno accanto all’altro, a contenere vite impregnate di umori stagnanti, di gesti ripetuti, del profumo del primo caffè della giornata, quello che cancella i sogni dagli occhi, dell’odore del sugo per la pasta, madre certa di ogni orfano di benevolenza.

Dentro le mura ogni giorno si celebrano gli umani riti fatti di azioni quotidiane, di intime manie, di traiettorie consuete, indispensabili a dimenticare le paure e a sopravvivere alla solitudine. E’ dentro queste solitudini che il pubblico, con occhio “orwelliano”, spia dalle finestre, ospite non annunciato delle altrui intimità, spettatore delle vite degli altri, inevitabilmente sorpreso dai riflessi della propria esistenza.

Altri occhi però guardano dalle finestre aperte.

Lì fuori, forse, lo spazio è ancora più stretto: compressi dagli altri o abbandonati a se stessi l’esistenza trascina esseri umani nella rincorsa di un tram che non ha meta certa ma il cui obbiettivo è il viaggio stesso.

Percorsi obbligati, anguste salite e precipizi inaspettati sono il pentagramma su cui ciascuno cerca di far sopravvivere la propria melodia che a volte stona e a volte meraviglia consolando chi ha l’ardire o la scelleratezza di continuare a mettersi in gioco.

Proprio quando i rumori della strada si placano, si chiudono le finestre e si spegne la luce, le immagini, i suoni, gli odori ritornano per colorare le palpebre socchiuse ed aprire le porte più segrete della nostra fantasia.

Assolti da un buio e da un silenzio colpevoli della nostra solitudine, possiamo uscire per entrare nelle case degli altri, per ricambiare quello sguardo incrociato sulle scale, per ballare la musica che proveniva dal piano di sopra, per placare il pianto di quel bambino che ha strillato tutto il giorno, per cercare con le labbra l’umida goccia di profumo che ha lasciato la sua scia nell’ascensore, per unire ai nostri i sospiri di quegli ansimi trattenuti che hanno trafitto le pareti.

Ma il sogno il mattino finisce lasciando spazio alle nostre paure mascherate dai soliti gesti, feroci protettori della nostra solitudine.

E’ solo il coraggio di scendere in strada, di aprire gli occhi, le orecchie, le braccia o il cuore verso gli altri che può creare la “possibilità” di fare accadere qualcosa ed è questa “possibilità” l’unica speranza di uscire dalle mura di noi stessi.

E’ il prendersi il rischio di intraprendere percorsi non previsti lungo i quali le vite si consumano, corrono, si incontrano e si scontrano nella precarietà umana, che viene premiato dalla vita stessa per il solo merito di viverla.



casagrande, grandesimo


C'è da costruire una casagrande? Chiamate Simone, ci pensa lui, e state tranquilli, il risultato è assicurato.
Dalle fondamenta al tetto, passando per le finestre, le luci, la scenografia la musica usando come filo conduttore il contact, il nostro Simo ha veramente fatto un miracolo.

Già perchè casagrande ha un "in scena":

splendido spettacolo
splendida coreografia
splendida regia

Dove Martine, i danzatori e le molecole sul palco hanno dato il meglio di sè

e un "dietro le quinte":
splendide musiche
splendida scenografia
splendide luci

dove il vero indiscusso protagonista è Simone, meraviglioso quanto (in quanto) tranquillo e schivo.
Ovviamente si ringraziano Christian, Fiorella, Marco e Marco ma tutto il vero lavoro "trasversale" lo ha fatto il nostro Simo "faccia da furetto".

Il tutto è cominciato l'inverno scorso quando il furetto sorridente ha portato alle molecole il piano inclinato, dopo averlo saldato, segato martellato e avvitato di notte e nel week end.

Poi è proseguito in primavera con la costruzione (sempre nottetempo) di tutta la scenografia e di tutte le musiche: un lavoro in cui i compiti sono stati così suddivisi:

Martine con un'idea molto precisa in testa di cosa voleva, zero mezzi, e una costante: carezza sulla spalla e una domanda sgranando gli occhioni "Vero Simo he si può fare?"

Fiorella che come un temporale tropicale arriva con tutte le musiche, le mescola, le sporca, fa una risata, racconta un sacco di cose in spagnolo le le lascia tutte li' accatastate e se ne va sorridendo "Simo, le metti insieme tu vero? Gracias corazon!"

Marco che da dietro i suoi occhi neri da scrutatore, grattandosi la barba nera, si Š occupato di portare tutti i dubbi possibili da tecnico perfezzzzzzzzzzzionista "Il video non si vede: serve un proiettore da 10.000 watt. Le luci bisogna farle bene: serve un service da 500 fari, l'audio deve essere buono: serve un mixer da 256, canali. Beh pero' Simo probabilmente ce la fai"

e il Simo:
sempre col sorriso, ha fatto tutto quello cha ha pensato Martine, temporalato Fiorella e dubbiato Marco.

Poi è arrivata l'estate, e in particolare la settimana prima della prima e il Simo ha fatto tutto, dico tutto, compreso aggiustare la scenografia la mattina dello spettacolo.

Con l'estate è arrivato luglio, il 1', le 21 e Simone, dietro le quinte ha seguito tutto e tutti in ogni dettaglio "Simo, quando si entra? Simo quando si esce? Simo quando si porta il proiettore? Simo, quand'è l'attacco?" Una risposta per tutti, un sorriso per ognuno.

Ah già, dimenticavo, il Simo è anche andato in scena e anche sul palco mi ha sorriso, felice, mentre contattavamo insieme sul finale, intanto che Giulia, anche lei sorridente, scivolava giù dallo scivolo costruito dal suo papi.

Chapeau.

e un abbraccio stritolante :-)
Andre