Le stanze di Casagrande
Piccole o grandi cellule hanno lavorato, in maniera diversa, con tempi, energia e mezzi differenti raccontando di sé fra le mura di questa grande casa intrisa di sentimenti.
Sì di sentimenti è la parola giusta, sono stati i sentimenti, le emozioni che, lasciati uscire con fiducia, con serenità e senza pudore, hanno permesso ai gesti di raccontare delle storie vere e vissute nel profondo. Sono stati i sentimenti che, in un crescendo, hanno legato le persone che hanno partecipato a questo lavoro.
L’empatia suscitata dai quadri di Indermaur è stata l’incipt di Casagrande.
La fiducia nelle persone e il coraggio di crederci sono stati i sostegni di tutto il progetto nel cuore della regista Martine Bucci
La forza di volontà e la determinazione dell’anima bella di Serena Marossi hanno trascinato e costretto a non mollare, nonostante le difficoltà del percorso, non solo i danzatori ma la stessa regista.
L’unione improbabile di quattro donne ha permesso a due ballerine professioniste e a due dilettanti alle prese con lavori, case, mariti e figli da gestire, di conoscersi, di capirsi e di aprirsi l’una all’altra costruendo, tra pianti e risate, dei bei pezzi di danza e una bella amicizia.
Due coppie:
Davide ed Elena, chiusi della loro stanza a distanza con la loro conoscenza profonda, la collaudatezza del loro rapporto e la palese sintonia hanno costruito con sapienza e “mestiere” un pezzo tanto intenso quanto inquietante mentre la loro professionalità ha consentito loro di inserirsi e di adattarsi in pochissimi incontri al resto del gruppo.
Serena e Daniele due giovani artisti, forse di arti diverse ma che importa, basta guardarli negli occhi che gli si vede l’anima, quell’anima che gli ha consentito di scavare in fondo a se stessi e di andare avanti a scalare quel “ripido” piano nonostante i lividi, i dolori alle ossa e la fatica a cui obbligava l’oggetto per narrare di un’altra fatica, quella del costruire un rapporto d’amore. Inutile dire che ne è uscito il pezzo che più ha colpito e commosso il pubblico.
Un Cuore Generoso dietro le quinte ha lavorato instancabilmente per giorni in sordina per la parte tecnica: dalle scenografie alla musica, dalle luci alla manovalanza rendendo possibile il progetto Casagrande. Altri cuori al bisogno si sono aggiunti prestando la loro opera e il loro talento al fine di non far mancare nulla a questa casa.
Per ultime ma non meno importanti LeMolecole, persone diverse per età, provenienza, esperienza, che si sono messe in gioco in questo progetto così importante senza nascondere paure, difficoltà e ansie ma forti della propria capacità di ascolto e della magica energia che li unisce, hanno dato un importantissimo contributo al pezzo vivendo e insegnando l’essenza del “contatto possibile”: in fondo per incontrare il nostro prossimo è sufficiente bussare alla porta accanto…… ”ICH BIN GLEICH NEBENAN” .
monica