martedì 26 maggio 2009

Cronaca sconnessa di un stage perfetto

Difficile riassumere uno stage...difficile far passare ciò che si è vissuto...perciò provo a scrivere ciò che mi è rimasto più "addosso", ciò che mi è entrato dentro, ciò che ho pensato.....
Si inizia muovendosi da soli (l'inizio inizio è stato buttar fuori quelli della capoeira). In realtà la consegna è di danzare per sè stessi...( un mondo!!!) Poi danza a due. Danza ancora da soli immaginando il corpo del compagno di prima....
Danzare da soli, danzare per sè, danzare con l'altro, danzare con un compagno immaginario: tutti modi diversi di sperimentare il proprio movimento e di percepire come si modifica la sua sostanza e qualità. Riuscire a danzare con un compagno immaginario è stato al tempo stesso difficile, ma rivelatore. Hai la possibilità di trovare un movimento che non è più solo il tuo, o meglio, è un movimento nuovo che prende vita da un'immagine, dalle sensazioni fisiche provate in precedenza e incamerate nel nostro corpo. E' come una rievocazione agita. Difficile tenere l'immagine con la "mente", bisogna abbandonarsi alla memoria del corpo, come se in quel momento si potessero rivivere tutti i tocchi vissuti....
"Forse" ho pensato venerdì notte dopo la birra "tutti gli abbracci, le strette, gli sfioramenti lasciano una traccia nella nostra pelle, non si perdono nel momento in cui avvengono...Si raccolgono da qualche parte dentro di noi, una parte che definirei il "magazzino dei contatti vissuti". E girandomi nel letto non riuscendo a prender sonno, pensavo "Quindi la mia pelle racchiude un po' della pelle di tutte le persone con cui ho danzato, che ho abbracciato, e anche di quelle contro cui ho sbattutto, e di quelle che non ci sono più.....e tracce della mia pelle sono in giro per il mondo immagazzinate da altrettante persone...........interess..ronf ronf ronf..........."
Per tutto lo stage siamo stati l'uno l'angelo custode dell'altro facendo galleggiare la sua colonna, diventando sostegno, dando impulsi e energia. Siamo stati i suoi occhi.
Forte l'immagine finale, tutti e due a terra sdraiati vicini, ad occhi chiusi, immaginando delle mani che ci sorreggono la testa e che ci fanno muovere...e inizia un quartetto finale (Io, il mio compagno, e i nostri due compagni immaginari) in cui non si sa più chi c'è e chi non c'è, chi è angelo e chi è corpo, chi vola e chi sta a terra. Mani che passano nello sguardo, mani che si appoggiano, che tirano, che si incrociano, che scompaiono.
Un grazie al mio compagno immaginario che porterò con me, un grazie ai compagni presenti che sono stati con me, un grazie a Urs che è già volato via, ma che resta il nostro compagno immaginario in ogni mercoledì sera..........
Serena

1 commento:

Andre ha detto...

Sconnessa? a me sembra perfetta! Aggiungo solo che il danzare ad occhi chiusi mentre il compagno/angelo custode ti "soregge" mi ha permesso di immergermi completamente nel movimento guidato dal movimento... total!